
Rimborsi rette RSA: tutto quello che c'è da sapere. La guida pratica
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Il tema del rimborso delle rette illegittimamente pagate alle RSA per i ricoveri di malati affetti da Alzheimer o da altre patologie cronico-degenerative è oggi di grande attualità.
Sempre più famiglie si trovano a sostenere costi elevatissimi per le degenze dei propri cari, mentre numerose sentenze recenti stanno riconoscendo che tali spese devono, in realtà, essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Questo significa che, in molti casi, le famiglie hanno diritto al rimborso delle somme versate e che il trattamento deve essere gratuito quando la componente sanitaria è prevalente.
Di seguito la guida preparata dagli esperti del network legale Consulcesi & Partners, che con il servizio legale Soluzione Rsa accompagna le famiglie passo dopo passo nel percorso per far valere i propri diritti: dalla verifica della legittimità dei pagamenti, al calcolo dei rimborsi dovuti, fino al supporto legale per ottenerli.
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Il principio giuridico
Secondo la giurisprudenza, ogni volta che le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali sono tra loro inscindibili – cioè non possono essere eseguite separatamente – prevale la natura sanitaria del servizio.
In questi casi, l’intero trattamento deve essere gratuito, perché l’attività assistenziale è strumentale a quella sanitaria ed entrambe mirano alla tutela della salute del paziente.
Il discrimine, dunque, non è il grado di autonomia del degente, ma la presenza di un progetto terapeutico personalizzato, che richiede una combinazione di cure mediche e assistenza continua.
Se questa condizione è presente, l’onere economico deve ricadere sul SSN, non sulle famiglie.
Le ultime pronunce favorevoli
Negli ultimi mesi diversi tribunali e corti d’appello hanno confermato questo principio:
- Cassazione n. 33394/2024
- Cassazione. n. 4752/2024
- Cassazione. n. 2216/2024
- Corte d’Appello Venezia n. 1893/2025
- Corte d’Appello Milano n. 1644/2024
- Tribunale di Prato n. 220/2025
- Tribunale di Grosseto n. 125/2025
Queste decisioni rafforzano la tesi che le rette RSA a elevata integrazione sanitaria devono essere gratuite.
Approfondisci le sentenze
Consigli pratici
Di seguito alcuni suggerimenti utili per gestire correttamente le fasi preliminari di una richiesta di rimborso o di una procedura di tutela legale.
Chi può agire?
Possono attivarsi:
- il degente,
- l’amministratore di sostegno (ADS) o il tutore,
- i familiari solventi,
- oppure gli eredi, nel caso in cui il paziente sia deceduto.
Documenti da raccogliere
Prima di procedere, è consigliabile raccogliere tutta la documentazione disponibile, tra cui:
- cartelle cliniche del paziente;
- relazioni medico-legali;
- certificazioni di medici specialisti;
- piano terapeutico personalizzato;
- documentazione amministrativa (riconoscimenti fiscali o previdenziali);
- contratto di degenza RSA;
- ricevute o prove di pagamento delle rette.
Verifica documentale e analisi legale
Il primo passo è sempre quello di sottoporre la documentazione a un legale esperto in materia.
Una verifica preliminare consente di valutare la legittimità dei pagamenti e di stabilire se ci sono i presupposti per una richiesta di rimborso, anche tramite diffida o azione giudiziale.
Diffida stragiudiziale
È sconsigliato sospendere i pagamenti autonomamente, senza una valutazione legale approfondita.
Con l’assistenza di un avvocato, si può inviare una diffida formale alla RSA e all’ente pubblico competente per chiedere:
- l’interruzione dell’obbligo di pagamento;
- il rimborso delle somme già versate.
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Opposizione a ingiunzioni di pagamento
Se si ricevono diffide o decreti ingiuntivi da parte della struttura, è fondamentale agire rapidamente.
Un avvocato potrà presentare formale opposizione nei termini di legge, contestando la debenza delle somme richieste e tutelando i diritti della famiglia.
Citazione giudiziale
Quando vi sono tutti i presupposti, è possibile avviare un’azione giudiziaria per chiedere:
- la nullità del contratto di degenza (in quanto contrario a norme imperative);
- l’esonero dal pagamento della retta;
- la restituzione delle somme già corrisposte.
In sintesi
Chi assiste un familiare affetto da Alzheimer o da altre patologie neurodegenerative non è obbligato a sostenere costi che spettano al Servizio Sanitario Nazionale.
Con una corretta analisi legale e la documentazione adeguata, è possibile far valere i propri diritti e ottenere il rimborso delle rette RSA illegittimamente pagate.
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